Il ponte sullo Stretto di Messina: unire per crescere

Pubblicato sulla rivista Altro&Oltre nr. 52, febbraio 2025

Il progetto del ponte sullo Stretto di Messina, al centro di dibattiti accesi e visioni di lungo termine, rappresenta uno dei piani infrastrutturali più ambiziosi e controversi della storia italiana. La sua realizzazione promette di unire due territori separati da secoli, Sicilia e Calabria, attraverso un collegamento fisico capace di aprire nuove vie di comunicazione, scambi culturali e opportunità economiche: la Sicilia finalmente diventerebbe parte integrante del Paese. Non solo, l’unione dell’isola al continente faciliterebbe i collegamenti Europa-Africa ed Europa-Medio Oriente diventando un’opera strategica per tutto il Mediterraneo. Ma è un sogno realizzabile? E quali sono le sue implicazioni?

Il progetto e lo stato dell’arte

Il progetto ufficiale, concepito negli anni settanta del XX secolo, redatto in forma definitiva nel 2011 (aggiornato nel 2024), ha subito negli anni un continuo stop and go che ne ha impedito sinora la realizzazione. Con il governo Meloni si è riaperta la partita giunta oggi a una fase avanzata. Approvato il progetto, l’opera è stata sottoposta alla valutazione di impatto ambientale (VIA) con esito positivo e attende l’esame del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS). Poi il via ai lavori con apertura al traffico nel 2032.

Con una lunghezza complessiva di 3.660 metri e una campata centrale di 3.300 metri, il ponte sullo Stretto sarebbe il più lungo del mondo nel suo genere. Ospiterà 3 corsie stradali per senso di marcia (veloce, normale, emergenza); 2 binari ferroviari; 2 corsie di servizio con apertura 365 giorni l’anno, 24 ore al giorno e 200 anni stimati di vita utile. Sono previste torri di 399 metri di altezza e un impalcato di 61 metri di larghezza. Il costo stimato è di 13,5 miliardi di euro, in aumento rispetto alle precedenti valutazioni, principalmente a causa dell’inflazione e al rincaro dei materiali.

I lavori potrebbero iniziare nei prossimi mesi e concludersi, salvo imprevisti, in sei anni. La costruzione genererebbe circa 10.000 posti di lavoro all’anno, tra quelli direttamente coinvolti nell’opera e l’indotto, con un impatto stimato sul Pil italiano pari a 2,9 miliardi di euro annui. Tuttavia, non mancano i dubbi: i detrattori sollevano preoccupazioni sulla sostenibilità economica e ambientale del progetto, oltre che sull’effettiva capacità di rispettare i tempi previsti.

Sicurezza e sfide tecniche: vento e terremoto

Costruire un ponte sullo Stretto di Messina significa infatti affrontare sfide tecniche imponenti. La zona è caratterizzata da forti venti e da un’elevata sismicità. L’opera è stata quindi progettata per resistere a raffiche con velocità pari a 275 km/h (ben superiore ai 144 km/h, velocità massima del vento registrata nella zona in oltre venti anni di monitoraggi eolici) e sarà dotata di sistemi di smorzamento in grado da garantirne stabilità e quindi la regolare percorribilità anche in presenza di forti venti. Per quanto riguarda gli aspetti legati alla sismicità dell’area, il Ponte è stato concepito con criteri di sicurezza avanzati, capaci garantire una resistenza a terremoti di magnitudo fino a 7,1 gradi della scala Richter (paragonabile al devastante terremoto di Messina del 1908). Sono poi previsti sistemi di monitoraggio continuo. L’insieme di questi accorgimenti faranno del ponte una delle opere più sicure al mondo.

Esempi internazionali

In tutto il mondo, ponti di grande luce hanno trasformato territori e comunità, creando connessioni prima impensabili. Dal ponte Akashi in Giappone al Great Belt in Danimarca, al ponte sullo stretto dei Dardanelli, le grandi infrastrutture rappresentano simboli di progresso e ingegno umano. Questi esempi dimostrano come queste strutture possano andare oltre la funzione pratica, diventando un elemento identitario e motore di sviluppo economico.

Il ponte di Messina, con la sua imponenza e complessità, si collocherebbe tra le grandi opere mondiali, attirando l’attenzione non solo per le sue dimensioni ma anche per il suo ruolo nel Mediterraneo: la posizione dell’Italia al centro di questo mare ne accrescerebbe il peso a livello internazionale e il prestigio, favorendo l’accesso a un patrimonio artistico e naturale che non ha rivali al mondo.

I detrattori: costi, impatto ambientale e alternative

Non mancano però le critiche. Il costo dell’opera, considerato eccessivo, soprattutto in un contesto economico già segnato da altre priorità infrastrutturali. Alcuni esperti sollevano dubbi sull’effettivo ritorno economico e sull’impatto ambientale, temendo danni irreversibili all’ecosistema dello Stretto.

C’è poi il tema delle alternative: molti ritengono che i fondi potrebbero essere investiti per migliorare le infrastrutture esistenti, come le reti ferroviarie e stradali della Sicilia e della Calabria, ritenute ancora carenti.

Un volano per l’indotto e il recupero delle aree circostanti

La realizzazione del Ponte tutt’altro che essere un ostacolo agli investimenti sul territorio, rappresenta invece un’occasione di sviluppo delle aree circostanti. Oltre ai posti di lavoro creati nei cantieri, l’opera promette di attrarre investimenti in infrastrutture connesse, come strade e ferrovie, e di potenziare il turismo nelle due regioni. La Sicilia, in particolare, beneficiando di una maggiore accessibilità, attirerebbe visitatori stimolando settori chiave come l’enogastronomia e il patrimonio culturale. A beneficiarne sarebbero anche le zone costiere, con interventi di riqualificazione urbana e nuove opportunità per il commercio e l’imprenditoria locale.

Comunicare è alla base dello sviluppo umano. La nostra prima connessione con il mondo avviene attraverso la voce, che attiva milioni di sinapsi cerebrali. Oggi, grazie all’innovazione digitale, possiamo accedere alla conoscenza e creare legami tra persone anche nei luoghi più remoti. Le vie di comunicazione traducono in forma tangibile questa stessa regola: se realizzato, il ponte sullo stretto di Messina potrebbe diventare una delle opere più iconiche del nostro tempo, unendo non solo due regioni ma anche storie, culture e opportunità.

 

Fonte dati: Stretto di Messina 

* Le immagini del Ponte riproducono un’idea generale del ponte (ponte sospeso, carreggiate, ferrovia, paesaggio naturale e urbano ecc.), ma non sono fedeli ai dettagli ingegneristici.

 

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