Invecchiamento della popolazione: gli attivi signori di domani

Pubblicato sulla rivista Altro&Oltre nr. 31, ottobre 2019

Gli attivi signori di domani

Anziane e vivaci signoreNegli ultimi 50 anni, l’invecchiamento della popolazione italiana è stato uno dei più rapidi tra i Paesi maggiormente sviluppati, e si stima che nel 2050 la quota di ultra 65enni ammonterà al 35,9% della popolazione totale, con un’attesa di vita media pari a 82,8 anni (nel 2017 la stima di speranza di vita alla nascita ha raggiunto gli 80,6 anni per gli uomini e 84,9 anni per le donne – fonte Istat).

I dati nel Mondo e in Europa

Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, infatti, nel 2050 l’età media a livello planetario sarà di 38 anni, mentre nel 1990 era di 26 anni (con un aumento pari a oltre il 46% in 60 anni). L’Europa è il continente che detiene il primato dell’età media più alta: già nel 1990 era di 37 anni, mentre nel 2050 l’ONU prevede che sarà di 47 anni. Viceversa l’Africa è il continente più giovane (secondo le previsioni lo rimarrà a lungo): mentre era di 18 anni nel 1990, secondo le proiezioni sarà di 31 anni nel 2050, con un aumento record di oltre il 70%. Nel 2005 in Italia è stata registrata la maggiore incidenza di residenti con almeno 65 anni d’età, pari al 19,4% – in seconda posizione tra i Paesi OCSE dopo il Giappone -. Seguono la Grecia (18,6%), la Germania (18,3), il Belgio e la Spagna (entrambe al 17,3%), la Svezia (17,4%), la Francia (16,5%), l’Austria (16,1%) e il Portogallo (16%). Nel 2017, in Italia il 22,3% degli abitanti ha più di 65 anni. Sempre in Italia e in Giappone, all’incirca una persona su quattro sarà ultra 65enne nel 2020 (23,5% in Italia e 27,8% nel Sol Levante).

Quando si diventa veramente anziani?

Ma andiamo a vedere qual è il profilo medio di chi è avanti con gli anni. Innanzitutto la grande novità: la popolazione italiana può considerarsi più giovane: si diventa ufficialmente “anziani” dai 75 anni in su. Lo ha deciso la Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg) in un Congresso sul tema che si è svolto a Roma a novembre 2018. Tra le analisi enunciate la considerazione che oggi un 65enne ha la forma fisica e cognitiva di un 40-45enne di 30 anni fa. E un 75enne quella di un individuo che aveva 55 anni nel 1980. In Italia l’aspettativa di vita è aumentata di circa 20 anni rispetto alla prima decade del 1900 e larga parte della popolazione tra i 60 e i 75 anni è in ottima forma e priva di malattie. (Repubblica del 30-11-2018).

Infaticabili e longeve signore

E le donne vivono di più. Non solo, sono anche più vivaci e intellettualmente più attive dei loro compagni maschi. Il fenomeno delle laureate in età da pensione cresce rapidamente in tutta Italia. Un esempio per tutti i dati raccolti da Io Donna, settimanale del Corriere della Sera (n. 26 del 7 settembre): sono 57 le donne ultra sessantenni iscritte ai corsi di laurea triennale all’università di Bologna, 11 le laureate nel 2018 con più di 60 anni all’università di Venezia. E per alcune di loro le aspettative di carriera non sono finite. Anzi c’è chi pensa – grazie agli studi – di poter dare un contributo ancora più competente ed energico di quello reso in età giovanile. Più in generale si registra un aumento del 50% degli iscritti all’università di sessantenni negli ultimi 5 anni. Insomma si vive di più si vive meglio. Sport, alimentazione e uno stile di vita corretto permettono di essere sempre più longevi e di arrivare a un’età avanzata in buone condizioni fisiche. Senza contare i progressi della medicina che hanno contribuito non poco a questi eclatanti risultati. Ma il traguardo dei cent’anni è tutto femminile. Nell’ultimo decennio sono stati quasi 6.000 in Italia le persone che hanno superato il traguardo dei 105 anni. E’ donna il 90% di esse (dati Istat 2019) e la signora più anziana d’Italia vive al Nord – come la maggior parte degli ultra centenari – in Emilia Romagna, e ha 113 anni.

Infografica Istat sull'invecchiamento della popolazione

Elisir di lunga vita….

Il prof. Niccolò Marchionni, ordinario di Geriatria all’Università di Firenze in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera (25 luglio), sostiene che la genetica contribuisce alla longevità solo per il 25%, il resto dipende da ambiente, stile di vita, rete sociale e qualità del territorio. Avere amici e sorridere allunga la vita, così come svolgere regolare attività fisica (almeno 4-5 km al giorno), zero sigarette, pochissimo alcol, niente sovrappeso, 5 porzioni di frutta e verdura al giorno. E se ci saranno sempre più ultracentenari dipenderà dal dilagare dell’obesità che ha colpito anche l’Italia soprattutto al Sud. Negli Usa dove è molto diffusa, senza un drastico cambio di rotta, si stima vi sarà una riduzione dell’aspettativa di vita.

Infografica tratta da Rapporto Istat – 2015

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