Pubblicato su rivista Altro&Oltre nr.15, ottobre 2015
Caro ragazzo,
sei un maschio adolescente, 16 anni. Il tuo genere non è casuale. A una ragazza non servirebbe questa lettera. Lei già sa quanto sto per dirti.
E’ come se ti vedessi. Sei a scuola. Ridacchi coi compagni, un po’ di brufoli sul viso, le scarpe slacciate. Una manciata di buchi sparpagliata sul tuo abbigliamento. Così per ornamento. Le mutande che sporgono dalla cinta dei pantaloni. Preferisci stare all’ultimo banco a stiracchiarti scivolando sulla sedia. Guardi l’insegnante con sufficienza. Annoiato. La scuola non ti piace. Come darti torto. La scuola è tanto noiosa, nozionistica. Gli insegnanti non ti capiscono, non parlano la tua lingua.
Qualcosa però si può fare ragazzo: devi impegnarti. Chi si impegna non da nulla per scontato. Chi si impegna punta al risultato non si aspetta di avere i migliori collaboratori, i migliori insegnanti. Non si aspetta che le persone che ha intorno risolvano i suoi problemi. Soprattutto non si sente una vittima dell’incapacità altrui. Chi si impegna, agisce, persevera. E’ capace di coinvolgere chi gli è vicino: un capo, un prof., un compagno di classe, un amico, chiunque. Studia strategie. Talvolta cade, si rialza e non si scoraggia. Prima o poi arriva alla meta sempre facendo fatica.
Chi si impegna è occhiuto, prudente. Si accorge dei “lucignoli” abbindolatori. Stai alla larga da loro. Ragazzo, stai attento a chi frequenti. Stai di più con le tue compagne, impara a conoscerle e non sottovalutarle. Eh sì, quante volte hai detto: “…se voglio posso far meglio di loro”, che sono sempre più brave di te. Macché, non è vero. Rispetta le donne, stimale e temile. Se intelligenti ed equilibrate sono in grado di vedere e capire ciò che non si vede, ciò che non si percepisce e che rimane dietro le apparenze. Sono formidabili in questo. Scegli le migliori e alleati con loro. Ti sarà utile.
Le ragazze trottano, sanno che dovranno muoversi in un mondo nemico. Sono abituate a combattere per raggiungere un risultato. Competono cogli uomini, difficilmente ad armi pari. Eh no, le loro sono tanto più affilate e migliori, devono far fronte a un gioco truccato che non le favorisce e dunque sono abituate a presentarsi più forti, più preparate. A volte vincono. E vinceranno sempre più. Per migliaia di anni sono state minacciate con la clava, relegate alla cura di figli e casa, suddite dei mariti, negli ultimi 70 anni – uno schizzo per il tempo della storia -, hanno rivoluzionato la società. Tu manco te ne sei accorto, o meglio, manco lo sai…. Ora sono dappertutto, molte lavorano e talvolta comandano. Non quanto gli uomini, è vero. Ma ancora per poco.
Ti vedo. Aspetti, ti lamenti. La tua pagella è tappezzata di 6 a volte qualche insufficienza. Ti accontenti del minimo. Uscito da scuola ti stravacchi sul divano, stanco perché magari la sera prima hai fatto tardi. Ti trastulli con Tv, Playstation e computer. E via così per anni. Gli anni della tua lunga adolescenza. Discuti coi tuoi genitori, vuoi la moto, poi vuoi la macchina, poi vuoi l’ultimo modello di cellulare, poi vuoi denaro per andare a divertirti. Ottieni tutto. Senza o quasi fatica. Padri e madri assenti, afflitti dai sensi di colpa, incapaci di dire no. Non sono in grado di tener testa alle tue sfibranti polemiche, al tuo modo sgarbato, al tuo disordine invadente.
La vita invece è diversa, non è quella che tu vivi a casa. Ti accorgerai presto e con grande amarezza che il mondo che ti circonda è ostile. Non lavorerai in un ambiente ameno. E’ difficile lavorare con gli altri, sono molte le persone “strane”, e quelle che non ti vorranno bene saranno ancor di più.
Devi imparare tanto, molto più di quanto ho imparato io che ho tanti più anni di te. Devi iniziare subito. Il tempo perso non si recupera. Se non ti impegni ti mancheranno gli strumenti per poterti muovere, camminare, salire, comprendere il tuo prossimo. Fai sì che i tuoi insegnanti ti insegnino, viaggia, leggi, ascolta gli altri. Fallo! Non rischiare che la tua storia diventi una lunga discesa, destinazione: marginalità.
Alcuni numeri
Fonte: Corriere della Sera 2 settembre 2015
Dall’ articolo di Federico Fubini: Dentro i numeri. La crescita degli inattivi. Istruzione, sorpasso delle donne
Partecipazione degli italiani alla forza lavoro 49% della popolazione in età da lavoro (somma di occupati e disoccupati, questi ultimi da non confondere con gli inattivi). Il che significa che il 51% dei cittadini che potrebbero impiegarsi non lo fa, e neppure un impiego lo cerca. Sono dati che fanno il nostro Paese ultimo nell’Ocse.
Per i laureati il tasso di occupazione è del 78%. Purtroppo però gli iscritti alle università, caso unico in Europa, calano anziché aumentare. Secondo dati Istat dal 2008 al 2012 ci sono state 30 mila immatricolazioni in meno. Il 60% degli studenti è femmina. Sono già oggi 700 mila in più degli uomini le donne che hanno un livello di istruzione superiore.