Pubblicato su rivista Altro&Oltre nr.6, giugno 2013
Da gennaio 2013 a Cortina è partita la 4G Lte (Long Term Evolution – nuova generazione per i sistemi di accesso mobile a banda larga). Telecom Italia ne ha curato l’attivazione. E ha battezzato, oltre ad alcune importanti città italiane, 2 esclusive località turistiche: insieme alla Perla delle Dolomiti, Courmayeur. La connessione in 4G consentirà velocità di download 5-10 volte superiori a quella delle reti tradizionali. Cortina d’Ampezzo diventa così leader nelle nuove tecnologie nel Paese, per l’innovativo sistema di trasmissione dati. Ma è da tempo che la persistente e gradevole invadenza di questi strumenti d’avanguardia ci accompagna, rendendoci più semplice fruire di servizi e conoscenza. Anche nell’ ambito del turismo vi sono svariati esempi. Se parliamo di località di montagna, pensiamo alle facilities oggi possibili con l’acquisto dello skipass. Possiamo ricostruire su internet i km percorsi sciando, ci “registriamo” semplicemente avvicinandolo ad un lettore all’ingresso degli impianti. Se lo conserviamo, possiamo ricaricarlo per la stagione successiva. Ricordiamo come gestivamo l’accesso alle piste? Tessere a punti e schede ci sembrano appartenere ad un tempo giurassico eppure era ieri. E poi c’è la rete. Bollettino neve e stato degli impianti sempre a disposizione, possibilità di prenotare alberghi ed altre amenities attraverso portali dedicati. Più in generale riusciamo ad organizzare viaggi, visite e a comperare biglietti per i mezzi di trasporto in autonomia, semplicemente utilizzando un computer.
Ma quando parliamo di nuove tecnologie siamo veramente consapevoli della pacifica e totalizzante rivoluzione che portano nella nostra quotidiana esistenza? Temo di no, almeno non fino in fondo. In sintesi quello che rappresentano: creatività, riscossa dell’individuo, merito, moltiplicatore di produttività, evoluzione dei 5 sensi, amplificatore del pensiero umano ma soprattutto conoscenza. Vale a dire la possibilità di avere sotto mano informazioni su tutto. La rete ci ha aperto una finestra sul mondo e ci permette di esplorare l’universo con un click o con un tocco.
Alla conoscenza si è aggiunta l’interazione. E’ l’era del web 2.0 che significa non solo visione ma anche dialogo. Noi diventiamo un centro e invitiamo a interloquire amici, conoscenti, colleghi, anche: istituzioni pubbliche, aziende, società. Possiamo ricercare persone conosciute in passato attraverso i social network e parlare con loro o inviare messaggi. Chiacchieriamo senza spese per minuti o per ore. Abbiamo la possibilità di mostrarci. Di far sapere cosa sappiamo fare e chi lo fa con maggiore creatività e inventiva non ha bisogno di “conoscenze”, si accredita semplicemente attraverso il proprio merito o l’originalità delle idee. Ci costruiamo insomma un ambito virtuale attraverso il quale altri ci vedono e si formano un’ opinione di noi. E’ una riflessione banale? Non lo è. Pochi si soffermano a pensare al vantaggio competitivo che tutto ciò rappresenta. Viviamo in una società ingessata dove il merito non emerge, dove, per conquistare un posto di lavoro, spesso si deve essere raccomandati o ereditarlo da un genitore. Pian piano questa realtà si evolverà e si trasformerà a beneficio dei tanti bravi che rimangono nell’ombra e che ora si aprono un varco attraverso la rete. Nello stesso modo funziona la promozione di istituzioni, imprese e persino degli Stati. Si parla di web reputation. Un insieme di nuovi valori che si trasmettono sul web e che consumatori esigenti vagliano con sempre maggiore attenzione. Per quanto riguarda le mete turistiche, interessante è quanto emerge dal Country brand Index (http://www.futurebrand.com/foresight/cbi), indice che classifica l’immagine dei paesi come se fossero marchi commerciali, per stilarne una classifica a livello mondiale. L’Italia è al 15° posto, conquista la poole position la Svizzera in cima anche alle preferenze dei visitatori.
Non è mistero che il turismo nel Bel Paese sia in calo: 8% in meno rispetto allo scorso anno, e non è solo la crisi economica a mettere in difficoltà il comparto. Secondo il Country brand Index infatti, oltre ai tradizionali requisiti come buon cibo e bellezze artistiche e naturali – di certo a livelli eccellenti in Italia come a Cortina -, diventano fattori attrattivi elementi come: tolleranza, sicurezza, politiche ambientali ricettività delle strutture e rapporto qualità prezzo. Ed è proprio qui che il nostro paese esce sconfitto. Ed è in tal senso che si deve agire in modo incisivo per il rilancio di un territorio come il nostro, prezioso e unico al mondo. Bisognerà far sapere ad esempio quanto guadagnano gli amministratori e quale ne è l’impegno, come è organizzata la raccolta differenziata, quali sono i principali servizi. Bisognerà insomma dare informazioni anche sulla “sostenibilità” dei luoghi e costruire un’immagine rinnovata che aggiunga alle qualità di sempre questi più recenti assests. La nuova scala di valori deve diventare quindi il centro della comunicazione digitale. E’ infatti soprattutto attraverso essa che oggi si entra in contatto col pubblico del mondo e se ne cattura rispetto ed attenzione. La cautela è però d’obbligo: ciò che si propone deve sempre essere all’altezza dei fatti. I commenti negativi sarebbero una rovina. Anche questo è il web 2.0: una piazza virtuale in cui la concorrenza raggiunge la sua performance ideale: vince il migliore.