Pubblicato sulla rivista Altro&Oltre nr. 33, marzo 2020
Professioni del futuro, un’evoluzione lenta ma inesorabile che subirà un a forte accelerazione a causa della crisi pandemica che stiamo vivendo.
Le finestre di sempre
Sono le 7,30, comincia la giornata, le mie finestre sono in attesa. La prima è quella della sala da pranzo. Di fronte c’è un ippocastano secolare. E’ qui, piantato al suolo, da molti anni prima di me: esprime la perpetua sicurezza della natura. Ogni tanto scorgo due scoiattoli, inquilini del giardino, che si inseguono sul suo tronco vigoroso. E’ bellissimo: giocano a nascondino.
La seconda finestra è il mio libretto blu a righe con le pagine giallognole. Nulla di più obsoleto, è la mia agenda. Esploro le incombenze quotidiane annotate con puntiglio la sera prima, o man mano che gli impegni si dotano di un loro nome e cognome: data e ora. Non riesco ad abituarmi all’agenda digitale del mio Iphone.
Ecco, questa è un’altra finestra. Ricordo il mio primo smartphone, ricevuto in dono nel 2011 sembra tanto ma è un attimo. Ero così stupefatta dai prodigi dell’attrezzo che l’ho immediatamente battezzato “bacchetta magica”. Lo amo molto e gli sono molto riconoscente. Grazie a lui non mi perdo più. Io che mi perdevo nel centro di Bologna, riesco, col suo aiuto, ad affrontare qualsiasi tragitto, a piedi e in macchina con la sicumera di una viaggiatrice esperta. Poi resto in contatto con tutto il mio mondo: le amiche, il circolo sportivo, i miei cari, vicini e lontani, li vedo in faccia, li vedo ridere o accigliarsi anche a 10mila km di distanza: la “bacchetta magica” me li porta qui. Li avvicina.
Mi siedo al tavolo del mio studio e, tra vecchio e nuovo, la mia giornata comincia davvero. Accendo il Pc una grande finestra che abbraccia tutto il pianeta. Ci entro dentro. Il mio mestiere l’ha inventato un americano un po’ più di cent’anni fa battezzandolo: relazioni pubbliche. Grazie a questa professione è nato il consumismo e gli status symbol. Il genio di turno si chiamava Edward Bernays. E’ un lavoro che si è trasformato grazie alla rete. Comunicazione, ufficio stampa, organizzazione eventi, sono ora più semplicemente Digital PR.
Digital mismatch
La rivoluzione digitale sta creando nuove professioni, dando origine al fenomeno del digital mismatch. Secondo uno studio dell’Osservatorio Digital Mismatch in collaborazione con Asseprim, Federazione Nazionale dei Servizi Professionali, il 34% dei lavori in Italia nel 2025, sarà di natura diversa da quella attuale. Osservando, in particolare, i macro-settori occupazionali, lo studio di Digital Mismatch delinea le posizioni con più alta probabilità di sbocco professionale nelle aziende italiane nell’arco di 5 anni.
Le aziende ricercano sempre più profili tecnologici e digitali, che in pochi sono in grado di occupare per mancanza di adeguata formazione. L’industria 4.0 si verrà a consolidare e necessiterà di risorse in grado di combinare skill tecniche tradizionali alle nuove digital soft skills, identificabili in 4 categorie: knowledge networking, gestione e analisi dati e contenuti; virtual communication, gestione dell’identità e comunicazione dell’ambiente aziendale interno ed esterno; digital awereness, uso degli strumenti digitali appropriati, self empowerment, crescita personale in team e nel lavoro.
Al centro la misurazione e la comprensione dei dati e quindi competenze sempre più scientifiche. Il mondo del marketing e delle relazioni pubbliche sfrutterà la diffusione dei social media per leggere e interpretare analisi di mercato e della concorrenza. Anche la necessità di proteggere i dati e difendersi dalle fake news genererà figure dalle competenze giuridiche specifiche. Infine per la gestione delle risorse umane, sempre di più fattore strategico di successo aziendale, nascerà la figura dell’Esperto di Benessere Aziendale. Si occuperà di comunicare e rendere condivisibili i valori aziendali, creando un ambiente e un clima di lavoro piacevole, integrando il tutto con competenze di organizzazione del lavoro, formazione, sociologia e psicologia (fonte: Federica Giordano, Ferpi, Federazione relazioni pubbliche italiane).
Sono ormai molti anni che inseguo la rivoluzione digitale, master, corsi digital, webinar e anche un po’ di autonoma sperimentazione. E’ una corsa a ostacoli, difficile, affascinante e nello stesso tempo inebriante. Utilizzo le mie vecchie competenze vestendole coi nuovi strumenti della rete, consapevole che rimarrà sempre qualche antica finestra a vegliare sulla vertiginosa trasformazione in atto. Il mio albero sarà ancora lì per molti anni.