Il coraggio di ricominciare

Pubblicato sulla rivista Altro&Oltre nr. 16, aprile 2016

Scuole e terremoto in Emilia Romagna - ingresso dell'istituto Ignazio CalviScuole e terremoto in Emilia Romagna

Perché non si pensi che la scuola italiana sia solo un mastodonte, antiquato e senza guida.

Perché, quando una calamità naturale diventa un disastro e tanti si abbandonano al vittimismo, vi è invece, chi reagisce e chi, finalmente, si rende conto che la prevenzione è la vera soluzione per tutelare la popolazione e le attività umane.

In Emilia Romagna, regione che, tre anni fa, è stata duramente colpita dal sisma, due esempi virtuosi: amministrazioni pubbliche e insegnanti che fanno squadra, che si attivano per superare le avversità e ne fanno opportunità di sviluppo e progresso del loro territorio.

E’ una splendida giornata di autunno a Finale Emilia, uno dei comuni che ha subito più danni in seguito al terremoto del 20 e 29 maggio 2012, e sono a spasso per il grande parco dell’Istituto tecnico agrario e per geometri Ignazio Calvi. Qui il disastro è stato grande ma la scuola ha reagito. Subito dopo il sisma si sono tenuti regolarmente scrutini ed esami di stato. Grazie all’adozione del registro elettronico i dati degli alunni non erano andati persi e per gli esami di stato è stata utilizzata la scuola dell’infanzia rimasta agibile.

Le lezioni sono riprese regolarmente il 15 settembre 2012. Per un mese si è insegnato in albergo e in tende, 200 ragazzi hanno partecipato a stage presso aziende. Poi, dal 15 ottobre, le aule sono state allestite in container e tutte dotate di Lim (lavagna elettronica). “Non abbiamo perso un giorno di lezione – dice il prof. Enos Ardizzoni, che mi guida in visita all’istituto – questa scuola è un riferimento per tutto il territorio e dopo il disastro del maggio 2012 abbiamo tenuto duro, ci hanno supportato Provincia e Regione. Noi insegnanti abbiamo sovrainteso ai lavori e ci siamo occupati del trasloco, anche i ragazzi hanno aiutato”.

L’edificio del Calvi risale ai primi anni ’80, tre gli ampliamenti realizzati successivamente. Le spese di ristrutturazione seguite al terremoto sono state ingenti e ammontano a 2,5 milioni di euro. I lavori hanno riguardato tutto il complesso scolastico che conta vari edifici indipendenti dislocati nel parco. La struttura principale era fortemente danneggiata e si è proceduto a un adeguamento sismico, che significa che la scuola ha ora un livello di sicurezza pari a quello imposto dalla normativa antisismica del 2008 per i nuovi edifici. Palestra e aula magna sono state edificate ex novo. Il fienile da tempo in disuso, in occasione dei lavori, è stato ristrutturato. Ospita aule, una cantina per la produzione di vino, un’acetaia per la produzione di aceto balsamico. Proprio così in questa scuola si produce aceto balsamico tradizionale di Modena D.O.P., invecchiato almeno 12 anni in botticelle di legno. E poi ci sono le serre con coltivazioni di vario genere. E’ davvero tanto il lavoro che si fa al Calvi. 

“Abbiamo traslocato durante le vacanze pasquali del 2015 per non far perdere scuola agli studenti – prosegue il prof. Ardizzoni – è stata una grande fatica e un lavoro immane. Le opere vere e proprie si sono concluse a febbraio 2015, poi sono seguiti gli interventi di abbellimento eseguiti personalmente da noi docenti e dai ragazzi. Le aule sono così diventate ambienti gradevoli e colorati. Tutta la mobilia riutilizzabile era immagazzinata in un capannone agricolo anch’esso ora rinforzato e migliorato sismicamente.  Ma vede – prosegue Ardizzoni – questo grande disastro è stata anche un’occasione per dare il meglio di noi e un’opportunità. Con l’aiuto delle istituzioni locali abbiamo potuto risistemare il fienile altrimenti inutilizzato e ammodernare tutta la struttura”.

A San Lazzaro, in provincia di Bologna, invece, si lavora per la sicurezza delle scuole sin dal 2010. Qui è stato predisposto un piano per tutti gli istituti del Comune che ha riguardato prevenzione incendi e messa in sicurezza sismica. Un progetto di lungo periodo con fondi stanziati per un importo pari a 400 mila euro/anno. Dal 2014 vi è stata un’accelerazione degli interventi portata avanti dalla nuova Giunta. Tutte le scuole hanno ora il certificato di prevenzione incendi e prosegue la programmazione delle opere per il miglioramento sismico. Un esempio significativo: i lavori già realizzati nella scuola media Gianni Rodari. Le opere, terminate lo scorso anno, hanno previsto: fasciature in fibra di carbonio col montaggio di carpenterie metalliche sulle colonne portanti. Nella palestra della scuola, una struttura prefabbricata, sono stati inseriti gli innovativi dispositivi Sismocell, in acciaio e fibra di carbonio per realizzare vincoli a fusibile non rigidi che consentono di annullare, entro certi limiti, gli effetti distruttivi delle scosse. “I lavori sono stati eseguiti durante il periodo estivo – spiega l’Ing. Marco D’Alesio, responsabile del settore lavori pubblici del Comune di San Lazzaro – per non disturbare il regolare svolgimento delle lezioni. E il Comune è costantemente in contatto con gli insegnanti per cercare di limitare al massimo i disagi. Il piano di interventi che prevede anche la messa insicurezza sismica è precedente al terremoto del 2012 a riprova di una vera cultura della prevenzione”.

Scuole e terremoto in Emilia-Romagna - Palestra scuola Gianni Rodari - San Lazzaro (BO)
Palestra scuola Gianni Rodari – San Lazzaro (BO)
Scuole e terremoto in Emilia Romagna - Dispositivo Sismocell montato sul nodo trave-pilastro - Scuola Gianni Rodari
Dispositivo Sismocell montato sul nodo trave-pilastro – Scuola Gianni Rodari

Dunque l’amministrazione sanlazzarese – rilevata nel 2010 l’inadeguatezza delle sue strutture scolastiche – si è subito attivata. Ma i soldi stanziati ogni anno non sono sufficienti. Le scuole devono infatti essere anche più funzionali e “più belle”.  Di qui il costante impegno per poter attingere a ulteriori fonti di finanziamento: dall’accesso alle risorse dell’8 per mille, al piano triennale di edilizia scolastica del Miur, ai contributi privati.

Senso civico e collaborazione tra istituzioni hanno consentito a San Lazzaro e a Finale Emilia di realizzare progetti a favore della collettività. In entrambi i casi sono stati coinvolti: insegnanti, alunni, politici e amministratori locali. Il risultato: denaro pubblico ben speso e non solo per la sicurezza degli alunni, anche per migliorare l’insegnamento che può contare ora su strutture più moderne e funzionali. L’Italia non è sempre il Paese degli sprechi, delle furberie e delle corruttele.

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