Una bolognese avvilita

Cronaca di un week-end, in giro per la città

Una bolognese avvilita. In centro a bologna Ragazzi in via Santo StefanoE’ sabato, una mattina di maggio che risplende di sole, il clima è gradevole. Alle spalle una settimana di lavoro, ora il relax di una passeggiata in centro. A piedi, percorro la via Saragozza sotto il portico – tradizionale anticamera della città – verso piazza Maggiore. Dal Meloncello sino a via Barberia mi fermano almeno 5 volte: richieste di elemosina, vendita di fiori, giornali e accessori vari. Ovunque sporcizia, ogni genere di escremento animale, muri scrostati, graffiti, cartacce e quella polvere spessa che significa: pulizia mai. Arrivo al Pavaglione e subito vengo sommersa da una folla rumorosa e sgambettante che dilaga in ogni dove. E già, sono i week-end che il nostro sindaco ci ha gioiosamente somministrato pedonalizzando il centro, vietando il passaggio, pure in via Indipendenza, via Rizzoli e via Ugo Bassi che sono arterie a grande portanza, di ogni mezzo compresi quelli pubblici. Proseguendo la scena che si apre alla vista è desolante. Il Crescentone è pieno di squallidi Gazebo fitti di scritte pubblicitarie, la piazza è transennata, anche qui scritte pubblicitarie di cattivo gusto, un brutto palchetto sorge proprio di fronte San Petronio da ogni angolo si levano cacofonie assordanti: pessima musica. C’è tanta gente, una folla sgraziata e malvestita che butta di tutto senza remora, sporcando quelle signorili e ampie strade. Fra un po’, ai primi caldi, la vedremo bivaccare in canotta, short e infradito a esibire una fisicità trascurata, molto più adatta alla spiaggia che a un centro storico così prezioso e tanto deturpato. Non è da meno quello che mi aspetta il giorno successivo, domenica, il tragitto è però differente: il parco di Villa Spada. Anche qui sporcizia, accattonaggio, impiantito sconnesso, verde pubblico in totale abbandono.

Chissà forse i nostri amministratori preferiscono essere protagonisti di rumorose polemiche sulla chiusura al traffico del centro storico, piuttosto che renderne l’accesso agevole e gradevole. Spremono i contribuenti e in cambio regalano degrado, incuria e disdoro. Qualcuno ha certo ricordo del braccio di ferro tra la sovrintendenza e il bar Zanarini per la concessione del permesso di istallare in piazza Galvani, eleganti ombrelloni in legno e tela bianca. Se ne è discusso per anni, il parere era contrario per timore di alterare la bellezza del luogo. Zanarini l’ha spuntata – almeno per ora – ma quanto tempo speso a parlar di nulla. Dov’era invece la sovrintendenza quando si è deciso di autorizzare il bailamme di sabato scorso? E poi mi chiedo, visto che la città offre tante aree verdi, lo stato di abbandono in cui versano non è considerato oltraggio alle beltà cittadine?

Possibile infine che non si riesca ad incanalare la mendicità questuante presente ovunque in qualcosa di utile alla collettività? Ma perché i vulavàand company non si convertono a manutentori del Portico anziché affliggere  automobilisti e passanti? Gli attrezzi sarebbero i medesimi: secchio spazzone e un po’ di detersivo. E le mance probabilmente diventerebbero assai più laute…

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